India – Fatehpur Sikri la “città fantasma”
Fatehpur Sikri è una città fortificata a 40 chilometri da Agra, edificata da Akbar e capitale del regno Moghul per una quindicina d’anni e poi in fretta abbandonata – da qui il suo soprannome “città fantasma”. Pur portandosi dietro questo nome in un viaggio in India Fatehpur Sikri è molto spesso una tappa d’obbligo apprezzata per la sua architettura e la sua bellezza decadente, ed è sicuramente una delle principali attrazioni lungo il tragitto Agra-Jaipur, nel circuito del Triangolo d’oro, o se volete si può visitare anche in giornata da Agra.
Brevi accenni storici
Situata sul prolungamento della catena collinare di Vindyan, sulle rive superiori del grande lago naturale, che ora è in secca, il luogo è un sito preistorico, in passato con abbondante acqua, materie prime e forestali, un habitat ideale per abitanti primitivi. Rifugi con pitture rupestri sono state rinvenute in prossimità del lago, utensili risalenti al tempi ai tempi della pietra, porcellane colorate del 2000 a.C. e articoli verniciati di grigio (del 1200-800 a.C.) sono state qui scoperte.
Sikri è menzionato nel Mahabharata come “Saik” che tradotto significa una regione circondata da acqua. Un’iscrizione trovata sulla scultura in pietra di Jaina Saraswati del 1010 d.C. si riferisce a questo luogo come “Sekrikya”, che sembra essere una derivazione simile. Tutto ciò dimostra che Sikri è stata continuamente abitata sin dal periodo preistorico.
Babur visitò il luogo alla vigilia della battaglia di Khanwah nel 1527 d.C. dove sconfisse le forze Rajput e Mewar, riportandolo nelle sue memorie si riferì al luogo con il termine “Sikri”. Qui fondò un giardino e un Jal Mahal (palazzo nell’acqua) circondato dall’acqua del lago, e un Baoli (pozzo a gradini) per commemorare la sua vittoria nella battaglia di Khanwah.
Fu poi suo nipote Akbar (1556-1605), che spostò la sua residenza e la sua corte da Agra a Sikri, per un periodo di 13 anni dal 1572 al 1585 per onorare il mistico astrologo musulmano il santo Sufi Sheikh Salim Chishti, che risiedeva qui (in una caverna sul cresta).
Akbar venerò molto questo santo sufi, come il santo che lo aveva benedetto con un figlio. Akbar si era infatti rivolto a lui per avere un figlio da una delle sue mogli, il maestro gli predisse che avrebbe presto avuto un figlio, cosa che avvenne nel 1569 quando nacque il primogenito maschio a cui tra l’altro diede il nome di Salim. Due anni dopo in segno di riconoscenza Akbar decise di trasferire la capitale da Agra a Sikri.
Sembra però che dietro a queste ragioni ci fossero anche scelte strategiche militari legate al suo piano di conquista del Gujarat. Infatti quando poi nel 1576 il Gujarat venne conquistato, la città di Sikri venne ribattezzata come Fatehpur Sikri come Sikri “città della vittoria” e a seguito di ciò la capitale venne qui trasferita portando qui tutte le istituzioni Mughal.
Edificò alti edifici per uso abitativo e case per la gente di corte e per il popolo, facendola diventare una grande città con palazzi e affascinanti istituzioni affascinanti. Akbar diede il nome di Fathabad, che più tardi divenne noto come Fathpur Sikri.
È stato anche qui che le officine di vari prodotti artigianali sono stati stabiliti. Sikri è stata la prima città pianificata dei Moghul.
Architettura Fatehpur Sikri
La città capolavoro dell’architettura indo- islamica poggia su livelli inclinati collegati tra loro con terrazze che sono stati utilizzati per vari complessi quali Jami Masjid, Buland-Darwazah e la tomba dello sceicco Salim Chishti, Khass Mahal, Shahi-Bazar, Mina-Bazar, il Panch-Mahal, Khwabgah, Diwan-i-Khass, Anup-Talao, Chaupar e Diwan-i-Am. L’efficiente sistema di drenaggio e di approvvigionamento idrico adottato qui suggerire un piano urbanistico estremamente intelligente dall’imperatore Mughal.
Tutti questi palazzi sono stati costruiti in arenaria rossa in strutture composto da pilastri, archi ornamentali, staffe e chhajjas (parasole), jharokhas (tipici balconi o finestre con grate rajasthani che caratterizzano i palazzi e le haveli costruiti al fine di permettere alle donne all’interno di vedere fuori, ma nello stesso tempo di non essere visti dall’esterno), chhatris (cenotafili), e così via. L’architettura di Fatehpur Sikri contiene tutti i caratteri dell’India , è un versatile stile composito indo-musulmana, una fusione di culture composite di origini indigene e straniere.
Nella zona del palazzo e residenziale i luoghi più importanti sono il Diwan i Am il “palazzo delle pubbliche udienze” con il suo cortile, qui si affaccia il Diwan i Khas, il “palazzo delle udienze private”, due piani dove l’imperatore usava intrattenersi coi saggi e i sapienti; il Dawlathkhana i Khas la residenza privata dell’imperatore; il Chaupar o Pachisi Board spazio simile ad una enorme scacchiera un tempo animata da pedine viventi; il Panch Mahal il padiglione o “palazzo delle donne” dove vivevano le donne.
Nella parte sacra della cittadina si trova la grande moschea Jama Masjid tra le più grandi dell’India con una capienza di circa 10.000 fedeli in preghiera. Alla mosche si accede da due imponenti ingressi l’imponente Buland Darwaza, e il Badshani Darwaza. Vi è poi il mausoleo di Salim Chishti, che domina la metà Nord del cortile ed è fronteggiato da una vasca, autentico capolavoro in marmo bianco scintillante, e ancora la Buland Darwaza, la porta trionfale costruita per celebrare la vittoria in Gujara.
Storicamente nel 1586, improvvisamente dopo circa tredici anni Fatehpur Sikri venne abbandonata. Le ragioni non sono molto chiare. Alcune adducono ad una improvvisa carenza di acqua, ma si tratterebbe di una motivazione poco plausibile. È più concreta l’ipotesi che ancora una volta motivazioni strategiche militari abbiano giustificato l’improvviso abbandono della città.
Dopo l’improvvisa partenza di Akbar la città venne praticamente abbandonata e nei secoli successivi si ricordano solo brevi soggiorni, ma di fatto non fu più capitale e non rivisse più gli sfarzi degli anni di Akbar.
All’inizio del 1900 venne effettuato un restauro su iniziativa del regno britannico.
Oggi quello che resta è una piccola cittadina abbandonata non solo di fatto ma anche nell’aspetto richiama questa sensazione, ma comunque con un suo perchè e un fascino che ne giustifica la visita.
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