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Bhutan – Fiaba dei Quattro Amici

Bhutan Fiaba quattro amici

In Bhutan l’ultimo paese buddhista indipendente, animali e uccelli hanno ruoli rilevanti in molti racconti a sfondo morale, tra cui la rinomata fiaba dei Quattro Amici  conosciuti come Thunpa Punzhi, è forse il tema più comune nell’arte popolare bhutanese.

Si tratta della fiaba o racconto popolare più noto del Bhutan e ampiamente indicato in questa cultura. Una storia che dimostra perfettamente i valori dell’armonia con la natura, dell’interdipendenza, della cooperazione e dell’amicizia tra quattro animali che diventano amici intimi. La storia ha molteplici significarti, che possono essere riassunti in tre punti:

  • dare un’identità nazionale al Bhutan per vivere in armonia con la natura;
  • invitare le persone anche con differenze culturali a cooperare tra loro;
  • rispetto dei genitori e invitare le famiglie a lavorare assieme.

Il dipinto dei Quattro amici, appare frequentemente sulle pareti nei dzong, nei templi, nelle case e nei negozi, ma anche su giornali, utensili e anche sculture.

Nella versione bhutanese di questa storia i protagonisti sono un uccello, un coniglio, una scimmia e un elefante, che uniscono le loro capacità per assicurarsi un rifornimento perenne di frutta deliziosa.

Fiaba Quattro Amici – grande armonia con la natura

Quattro animali decidono di unire le loro forza. L’uccello trova un seme e lo pianta, il coniglio lo annaffia,  la scimmia lo concima e l’elefante lo sorveglia.
L’albero poi cresce e fiorisce, e ben presto sui rami più alti compaiono i frutti troppo in alto per poter essere raggiunti. I quattro amici non si perdono d’animo e collaborano nuovamente per raccogliere la frutta: l’elefante sta accanto al tronco e il coniglio, la scimmia e l’uccello si arrampicano sulla schiena formando una torre che raggiunge i rami più alti, dove crescono i frutti migliori.

La morale è che l’elefante che si muoveva non avrebbe potuto prendere il frutto senza l’aiuto della scimmia, nonostante la sua grande mole e, se l’uccello non avesse mangiato il frutto e non avesse espulso i semi nel terreno, l’albero non esisterebbe. E l’albero non darebbe i frutti se il coniglio non proteggesse la radice sottoterra.

Nella simbologia buddhista l’uccello è Buddha, il coniglio è Sheribu (Shari Putra), la scimmia Mou-Gelgi-Bu (Mugyalyana) e l’elefante Kingau (Ananda). Sull’origine della fiaba buddhista ci sono diverse versioni, ma i più concordano che lo stesso Buddha abbia raccontato la fiaba come insegnamento ai suoi discepoli in India, vicino a Varanasi probabilmente a Sarnath, il luogo dove si narra il Buddha abbia tenuto il suo primo insegnamento.

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