Ladakh – Gompa di Likir e il Maitreya gigante
Il Gompa di Likir è un importante monastero Gelugpa del Ladakh, ma è il suo colossale Maitreya (il Buddha del Futuro) all’aperto che lo contraddistingue. Nessun altro monastero ladaki ha una statua all’aperto così enorme e impressionante. Il Maytreya il Buddha del Futuro dorato alto 23 metri è seduto su un piedistallo splendidamente dipinto, ed è stato completato solo nel 1999. È l’aggiunta più recente, anche se più spettacolare, del gompa.
Il Gompa di Likir è un monastero buddhista ricco e influente, che controlla il grande monastero di Alchi; il suo abate è un cugino del Dalai Lama. Tra i monasteri più antichi del Ladakh, risale alla fine dell’XI secolo, quando il quinto re del Ladakh Lhachen Gyalpo, ordinò l’istituzione di questo monastero e invitò il saggio Lawang Chosje a costruire un monastero sulla collina sacra vicino al villaggio di Likir. La collinetta è stata a lungo considerata il luogo di riposo degli dei serpenti, la credenza che portava convinzione a causa della sua apparente forma di lago a spirale. Il nome Likir infatti deriva dal termine “lu-Khil” che significa “serpente attorcigliato”.
Gli edifici attuali furono tuttavia eretti solo nel XVIII secolo dopo che le strutture precedenti furono sventrate da un incendio.
Il monastero dell’ordine Gelugpa nota anche come scuola gialla (serpo) dal berretto che i monaci portano per distinguersi da tutti gli altri che indossano i berretti rossi, ospita oggi circa un centinaio di monaci e mentre si sale dal villaggio adiacente si attraversano i quartieri monastici, dove è possibile sbirciare nella vasta cucina e sala da pranzo dei lama.
Architettura del Likir Gompa
Il cortile, che come in tutti i gompa è la sede dell’annuale festival (Dosmoche, che si tiene a febbraio), si apre nei due templi più importanti del monastero il Dukhang e il Bak–khang. Il cortile è delimitato da un porticato su due lati con affreschi alle pareti; il Ba-khang si trova sulla sula facciata settentrionale mentre il Dukhang è ad est, situato angolarmente.
Il Bak-khang, chiamato anche Nyenes-Khang, ha quell’atmosfera antica, tuttavia è piuttosto scarno, non ingombro di thanka e altre immagini. C’è solo una divinità: un magnifico Avalokiteswara dorato a undici teste con mille braccia. A parte le otto grandi braccia che emanano dalle spalle, le altre si irradiano in un cerchio dietro, ognuna delle 1.000 braccia ha un occhio, quindi sono i 1.000 occhi del Buddha della Compassione. A sinistra della figura ci sono i testi sacri Kangyur (detti del Buddha), a destra Tangyur (commenti e trattati). La parete sinistra è adornata con dipinti di vita dei Tung-shak, i 35 bodhisattva chiamati Confessional Bhudda, mentre la parete destra è ricoperta da murales raffiguranti i 16 Arthat, i primi discepoli del Buddha.
Il Dukhang non è troppo grande ed è infatti piuttosto affollato; dal soffitto pendono bellissimi vecchi thanka e altre sete dipinte, e davanti alle file di sedili per i monaci ci sono due troni, uno per il Dalai Lama con la sua fotografia, l’altro per l’abate. L’altare ha al centro un grande Buddha Sakyamuni affiancato dai suoi principali discepoli Shariputra e Moga-llana.
Sulla sinistra ci sono diversi bei chorten incastonati con pietre preziose oltre a una statua simile a un Buddha, anche più alta del Sakyamuni: rappresenta Dipankara (in tibetano Marme-zat), il Luminoso, il più importante di questi Buddha del suo passato che si pensa essere nato sulla terra prima dello storico Gautama Buddha; non è una divinità comunemente vista nei monasteri ladaki.
A destra del Sakyamuni c’è un grande Maitreyua. Il Dukhang ha così custodito nel suo altare i Buddha delle tre epoche: passato, presente e futuro. Un’imponente statua di TsongKhapa, il fondatore dell’ordine Gelugpa, che indossa il caratteristico cappello conico, si trova più a destra insieme a un paio di repliche più piccole. Non ci sono murales sui muri, solo i libri sacri Kangyur e Tangyur impilati tipicamente in matrici di caselle. Due grossi e vecchissimi thanka vengono tenuti arrotolati nella sala, esposti solo durante la festa annuale di febbraio.
Il Gonkhang, tempio delle divinità protettrici, si trova al piano superiore ed è piacevolmente insolito: non è una camera oscura e spettrale come nella maggior parte dei gompa, ma una sala ariosa e ben illuminata dove i monaci a volte lavorano alla creazione di mandala di sabbia. Yamanthaka, il Distruttore o Signore della Morte con 34 braccia, insieme a un imponente Setapa, una divinità protettrice, entrambi velati, sono custoditi nel tempio. C’è anche un’immagine di Tsongkhapa con i discepoli. I murales sono superbi: sulla parete sinistra, Setapa, Vairochana, Kalachakra, Yamanthaka tra gli altri. Mahakala e la sua controparte femminile Mahadevi sono dipinti su entrambi i lati della porta sul muro d’ingresso.
Info per visita
Il gompa di Likir si trova nell’omonimo villaggio a 3.651 metri d’altitudine a 55 km dal Leh capoluogo del Ladakh. La soluzione più rapida è volare da Delhi a Leh e da qui con un auto privata o taxi si raggiunge il monastero. C’è anche un collegamento giornaliero con un minibus locale che parte da Leh in mattinata e arriva a Likir nel pomeriggio, qui si ferma per la notte e riparte al mattino successivo per rientrare a Leh.
Di solito la visita al Likir Gompa avviene includendo altri gompa che si trovano ad ovest di Leh lungo la strada Leh-Kargil-Srinagar. La visita può avvenire in giornata da Leh senza pernottare, se poi volete nei dintorni del gompa ci sono alcune semplici homestay e in generale sistemazioni molto spartane ed economiche, dove è richiesto un po’ di spirito di adattamento, ma che per una notte possono andare bene.
Dal villaggio di Likir inizia anche il breve trekking molto popolare verso Temisgam (durata 4-5 giorni, livello molto semplice).
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